mercoledì 2 giugno 2010

Il sindaco Salvatore Petrotto propone (dopo gli avvisi di garanzia) di candidare a Sindaco di Racalmuto il maresciallo dei carabinieri

Il sindaco Petrotto scrive: "Contrariamente a quanto affermato dal giornalista di Studio 98, Nicolò Giangreco, nel corso della seduta del Consiglio Comunale di Racalmuto del 31 maggio 2010, io  non mi sono scagliato contro il maresciallo dei Carabinieri di Racalmuto che, anzi, come avevo fatto in sua presenza ed in presenza del Capitano di Canicattì, nella mattinata che ha preceduto il Consiglio, ho proposto, pubblicamente di candidarlo a sindaco di Racalmuto, senza con questo volerlo offendere."
Semmai mi sono soffermato nel valutare il merito delle accuse mossemi in relazione alle presunte violazioni edilizie commesse dai titolari dei tre alberghi sequestrati a Racalmuto. Ho cioè sottolineato che riguardo alle eventuali ordinanze di demolizione od il rilascio delle concessioni in sanatoria, al Comune di Racalmuto, sin dagli anni Ottanta, opera un architetto, assunto proprio con queste mansioni e che è il responsabile unico per l’adozione dei provvedimenti finali, riguardanti i casi di abusivismo edilizio e che consistono nella firma e relativa notifica delle ordinanze di demolizione o delle concessioni in sanatoria. Il tutto non solo è sancito dalle vigenti leggi ma è ribadito da un mio incarico ufficiale risalente, addirittura, alla prima metà negli anni Novanta . Quindi le eventuali ordinanze di demolizione, anche in questo caso, dovevano semmai essere firmate solo ed esclusivamente da tale tecnico e da nessun altro. Risulta invece che anziché chiamare in causa detto responsabile, forse perché se ne ignorava la sua specifica mansione al Comune di Racalmuto, di responsabile unico del procedimento in materia di demolizioni e sanatorie, sono stato citato persino io che nulla c’entro con tali provvedimenti e che per nessuna ragione ho mai ostacolato tale tecnico, come lui stesso può testimoniare, nel redigere, firmare e notificare, come ha sempre fatto, a prescindere dal sottoscritto, tali provvedimenti coercitivi. Anzi, lo stesso tecnico, in un passaggio di uno dei suoi accertamenti scrive che era stato inviato a fare il sopralluoghi per ordine del sindaco. Queste incongruenze ho sottolineato in Consiglio Comunale, senza scagliarmi né contro il tecnico che era ed è il responsabile unico in questi procedimenti ordinatori e coercitivi, né contro il maresciallo dei Carabinieri.

Questo per le opportune rettifiche al commento del giornalista di Studio 98, Nicolò Giangreco che ringrazio anticipatamente se ha la bontà di pubblicare queste mie precisazioni.

Riguardo al fatto se mi devo o no dimettere per questi od altri motivi, ritengo che non siamo in momenti in cui si possono armare delle crociate contro od a favore.

Dico soltanto che, con serenità e senza pregiudizi di sorta, valuteremo tutti quanti assieme se l’aver ammesso alcune mie personali debolezze, può diventare motivo di dimissioni.

Perché se così stanno le cose, vuol dire che hanno ragione i tanti che fingono e non ammettono i loro errori, ovviamente quelli che non costituiscono reato.

Salvatore Petrotto Sindaco di Racalmuto

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