Scrive Petrotto su facebook
"Semplicemente, qualche cittadino che si è sentito danneggiato, a seguito della costruzione di una struttura sita in via Bellini, tra maggio e giugno del 2007, presenta un esposto ai Vigili Urbani di Racalmuto.
Da lì parte l’intera inchiesta, protesa a svelare chissà quali scenari apocalittici ma che era ed è soltanto una vicenda attinente a presunti abusi edilizi, per lo meno per quanto riguarda il Comune di Racalmuto, i suoi tecnici ed il sottoscritto, nella veste e nella qualità di sindaco pro-tempore, per delle presunte responsabilità attinenti i mie propositi di tentare, a dire della Magistratura, di sanare tali situazioni, per consentire, caso mai, aggiungo io, legittimamente, di far proseguire i lavori e consentire l’apertura di tali strutture, la cui ricaduta sociale, turistica, economica ed occupazionale, sarebbe stata, in termini di pubblico interesse, veramente importante per Racalmuto.
Ancora non sappiamo se la sanatoria edilizia, approvata dall’Ufficio Tecnico Comunale, peraltro nell’estate del 2008, era legittima o no.
Lo verificheranno i giudici, ripeto, sollecitati da qualche cittadino che, giustamente, dal suo punto di vista si è sentito danneggiato.
Questo lo ribadisco a beneficio di quanti, in questo momento, vorrebbero speculare su fatti che chiariremo nelle sedi opportune e che esulano dalla mia sfera di competenza.
Ma se un sindaco, in un paese, non è libero di fare legalmente il possibile per salvare le attività imprenditoriali da eventuali proditorie azioni di aggressione più o meno giustificate, come si evince anche dalle carte processuali, che ci sta a fare a fare il sindaco!
E’ questo il peccato che non mi si perdona?Se un sindaco cerca, sempre sul crinale della legalità, di garantire sviluppo ed occupazione ai cittadini che amministra, tentando di fare il possibile, secondo quanto prevede la legge, per salvare un povero paese
che sconta il dramma, come tutti i paesi del Sud, di una tragica crisi economica ed occupazionale, sbaglia se legalmente tenta di salvare tre alberghi, che avrebbero avuto una ricaduta occupazionale di non meno di 50 posti di lavoro, oltre l’indotto.
Ed allora se ho sbagliato nell’avere lasciato liberissimo l’Ufficio Tecnico, come si evince sempre dalle carte processuali, nell’estate del 2008, di procedere nella concessione delle sanatorie edilizie, senza, in questo caso, alcuna intercessione, ma per un libero convincimento del funzionario, ed allora vuol dire che ho sbagliato due volte.
Sia quando mi sono interessato a trovare una possibile soluzione legale, sia quando questa soluzione, autonomamente dal sottoscritto, è stata trovata dall’Ufficio Tecnico, senza alcuna mia intercessione.
C’è qualcosa che non quadra e questo lo chiariremo, per salvare Racalmuto, non solo e non tanto da questo genere di abusi, ma anche da eventuali imposture e falsità che ne ostacolano lo sviluppo, quando queste vengono calate a piene mani anche in atti giudiziari!
Adesso voglio fare una puntualizzazione sugli antefatti che portano alle odierne esternazioni dell’attuale Presidente del Consiglio Comunale di Racalmuto, che nel chiedere le mie dimissioni, si guarda bene dal rassegnare le sue, di dimissioni, visto che è stato eletto per ben due volte, la seconda dopo essere stato sfiduciato, grazie ai voti anche di chi lo aveva sfiduciato, per mio ed altrui interessamento.
Se prende le distanze da me, come mai non prende le distanze anche dalla carica che ricopre lasciando la poltrono sulla quale è incollato?
I suoi ripensamenti, il suo essere un rinnegato, viene spiegato qui sotto, quando, tra l’estate e l’autunno scorso, sono stato io a prendere le distanze da lui, per i motivi che di seguito spiego oggi e spiegavo allora.
Altro che lui!
Anzi, continui piuttosto a guardarsi attorno, e troverà la spiegazione del perchè io allora presi le distanze da lui e non viceversa e lo potete controllare nel mio blog personale, quello che ho detto allora e che di seguito riporto.
Alle prese con l’ennesimo tentativo di alcuni soggetti fedifraghi e che hanno rinnegato dei precisi accordi politici, siglati per iscritto, il sottoscritto assieme ad altre componenti politiche presenti al Consiglio Comunale di Racalmuto, abbiamo dovuto prendere atto della gravità di alcuni comportamenti politici di una frangia ben individuata.
In altre parole, ci si è accorti della totale inaffidabilità di un raggruppamento politico che tendeva soltanto ad ottenere la sfiducia, facendosi scudo di chi, aveva ben altri obiettivi, quali ad esempio l’interesse supremo del paese.
L’appello che io lancio a tutte le forze politiche sane di Racalmuto, adesso scaturisce da un clima di gravità dettato da una situazione che, lo ricordiamo, discende anche da un arresto per traffico internazionale di stupefacenti di un assessore.
Quest’ultimo fatto di per sé poco ha a che fare con l’azione amministrativa, ma molto con delle pratiche di un settore ben individuato, alle prese con vicinanze poco raccomandabili, in un paese che, grazie anche ai suoi pentiti si è voluto liberare anche dal cancro costituito oltre che dagli efferati fatti di mafia, anche dai comportamenti e dagli agguati di qualsiasi genere che hanno a che fare con la cultura mafiosa.
Gli agguati, i tranelli, le imboscate, le illazioni sui tecnici, le diffamazioni, le calunnie, le lettere anonime, fanno parte di un bagaglio di bassa cultura che poco ha a che fare con la trasparenza dei metodi e delle pratiche umane ed amministrative.
Chi rimprovera ad altri presunte inaffidabilità o mancanza di correttezza, deve fare i conti con sé stesso e, addirittura, con delle deleghe firmate e consegnate ad un consigliere comunale, per delle dimissioni concordate con tutte le forze politiche.
Per essere più precisi, anziché mantenere fede alla parola data, anzi alle deleghe scritte davanti a tutte le forze politiche, per salvare una poltrona, si è preferito far saltare in aria un’intera coalizione, minacciando anche la sfiducia nei confronti del sottoscritto.
Mi è sembrato più logico ed onesto, prendere le distanze da chi, ha tentato di alzare polveroni, rivelatisi inutili, per tentare, di annebbiare la vista delle persone ed obnubilare la verità.
Chi tenta di far intravedere negli altri comportamenti propri che si sono rivelati poco chiari , per non dire altro, tentando di confondere le idee alla gente, è gravemente responsabile delle sue azioni e pertanto ne deve rispondere da solo e non assieme ad altri alla collettività ed a chi è preposto ad effettuare i quanto mai opportuni controlli relativi al suo operato.
Senza chiamata di correo e lontano dalla mia persona.
Chi si aspettava cose diverse da chi, per educazione, attitudine a tradire gli accordi politici, si comporta così?
Che bell’esempio di coerenza politica e di abnegazione che è quello di chi, chiede le mie di dimissioni, rimanendo attaccato ad una poltrona che per la seconda volta, l’ha ottenuta in cambio delle dimissioni firmate e consegnate a chi gli doveva succedere e cioè Diego Sberna.
Ed allora, come può ancora stare seduto lì una persona che, sino all’estate scorsa, oltre ad ottenere la sua elezione con l’inganno, come una sorta di Cavallo di Troia, ha amministrato in tutto e per tutto con me, sino a giugno dello scorso anno e che mi è andato addosso in malo modo, a partire dal momento in cui ho revocato l’assessore che lui ed il suo gruppo aveva indicato.
Altro che prendere le distanze lui!
Se ho sbagliato, chiedo scusa all’assessore che ho revocato allora, ma non certo a lui, che se ne è infischiato di difendere la riproposizione dello stesso assessore, in autunno, quando si è formata l’attuale Giunta, così come hanno fatto alcuni gruppi politici che hanno riproposto gli stessi assessori.
Lui no!
Aveva paura di dover rinunciare alla sua poltrona di Presidente del Consiglio, ripetiamo e ribadiamo, alla quale doveva rinunciare il 30 settembre del 2009, giuste dimissioni da lui firmate e consegnate nelle mani del consigliere Diego Sberna che doveva succedergli, in virtù di un accordo siglato con tutte le forze politiche ed i gruppi consiliari che avrebbero dovuto garantire l’elezione di Diego Sberna nuovo Presidente al posto di Salvatore Milioto.
Il Milioto, piomba al protocollo il 30 settembre del 2009, per impedire, quasi fisicamente, la presentazione delle sue dimissioni da parte di Sberna.
Anzi, tutti e due mi raggiungono, proprio il 30 settemre mentre ero alla Fondazione Sciascia per chiedere un mio intervento, fermo restando che Sberna era allora risoluto a presentare le dimissioni di Milioto che lo stesso Milioto gli aveva consegnato, con il preciso mandato scritto di protocollarle, al fine di procedere alla nuova elezione del Presidente e cioè lo stesso Sberna.
Come è finita lo sapete.
Il Milioto è ancora incollato alla sedia di Presidente ed in maniera cinica e strumentale adesso continua a chiedere le mie dimissioni, cioè le dimissioni di chi lo ha fatto eleggere presidente del Consiglio, assieme, la prima volta ad undici consiglieri comunali e la seconda a tredici.
Bel comportamento!
Questa è la nuova politica, questo è il nuovo che avanza!
O è piuttosto un avanzo, un cattivo avanzo di nuovo.
Talis Pater, Talis Fillius.
SALVATORE PETROTTO
Nessun commento:
Posta un commento