mercoledì 28 giugno 2017

Racalmuto: “Integrarsi in musica” nella Giornata mondiale del rifugiato

In occasione dellaGiornata Mondiale del Rifugiato, appuntamento annuale voluto dall’Assemblea Generale dell’Onu, l’associazione Acuarinto, ente gestore del Progetto Sprar (Sistema di protezione richiedenti asilo e rifugiati)del Comune di Racalmuto, ha organizzato un pomeriggio di festa, musica, balli e pensieri di integrazione con la partecipazione dei ragazzi della squadriglia “Rondini” del Gruppo Scout AGESCI Racalmuto 1, coordinati da Roberto Vella.Presente alla manifestazione per i saluti istituzionali l’assessore ai servizi sociali, dott.ssa Carmela Matteliano che ha dichiarato: “La giornata di oggi è importante soprattutto per riaffermare il valore dell'accoglienza nei confronti di chi è stato costretto a fuggire dalla propria terra a causa di guerre, persecuzioni e violazioni dei diritti umani.Una giornata quindi, di affermazione di grandi principi, ma anche basata sul valore dello stare insieme. Sicuramente, un momento di festa e di partecipazione, per dare un forte segnale di solidarietà a tutti i rifugiati e anche per ricordare coloro che hanno perso la vita in mare alla ricerca di protezione e sicurezza“.A Racalmuto, grazie al progetto SPRAR, sono ospitati 60 stranieri titolari di permessi di soggiorno per richiesta di asilo politico, rifugiati o con permesso umanitario. E' un'esperienza che ormai conta molti anni e sta funzionando molto bene. Il progetto va oltre, la fase dell'emergenza e prende in carico la persona nella sua totalità, garantendole un sostegno nel lungo e faticoso percorso verso l’integrazione. In particolare, gli operatori si occupano della facilitazione all’accesso alla sanità, dell’apprendimento della lingua italiana, dell’inserimento abitativo, sociale e lavorativo degli ospiti.
La parte più impegnativa, anche da un punto di vista emotivo, resta comunque quella dell’ascolto – ha spiegato la psicologa, dott.ssa Paola Lombardo: “Lavorare con donne e uomini che hanno subito migrazioni forzate e molto spesso accompagnate da violenze e torture, richiede una grande disponibilità all’ascolto. Spesso noi operatori ci troviamo a far fronte a madri  che hanno figli nel paese di origine e che non rivedono da anni, o a figli che hanno lasciato i propri genitori in situazioni di forte disagio, spesso molto anziani e malati. Tutto questo provoca forti stati d’ansia nelle persone e il momento dell’ascolto e del supporto è la parte più delicata e più importante dell’intero progetto”. Oltre, al momento musicale, altri momenti significativi sono stati la lettura dei messaggi di pace da parte dei ragazzi scout e il volo dei palloncini con dentro un messaggio, un sogno, un desiderio scritto da ogni rifugiato e da chi era presente alla manifestazione. 

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