mercoledì 17 giugno 2015

RACALMUTO Presentazione libro "Il viaggio di Anna Rech" di Salvatore Liotta. La storia di una donna che fondò una città


Sarà presentato mercoledì 17 giugno alle ore 18:00, nella sede della Fondazione Sciascia, il libro "Il viaggio di Anna Rech" scritto da Salvatore Liotta.
Interverranno alla manifestazione il sindaco Emilio Messana, il presidente dell'Usef Angelo Lauricella e l'autore del libro. Coordinerà Egidio Terrana, direttore di Malgrado tutto.


LA STORIA DI UNA DONNA CHE FONDO’ UNA CITTA’
Dalle Dolomiti al Brasile per fondare presso Caxias do Sul un paese – Ana Rech– il cui nome ricorda la donna che diede inizio alla sua storia.
Come questa contadina bellunese – alla fine dell’800, quasi cinquantenne, analfabeta, vedova e madre di sette figli, di cui due minorati – sia riuscita ad entrare nella storia di una comunità che oggi conta oltre 20.000 abitanti è una vicenda appassionante: la racconta con stile lieve ed attraente Salvatore Liotta nel libro “Il viaggio di Anna Rech”, edito da DBS Zanetti.
Originaria di Pedavena, piccolo borgo in provincia di Belluno alle porte delle Dolomiti, Anna vive una situazione di abbandono, miseria e fame. Nessun aiuto riesce ad ottenere dall’autorità politica ed amministrativa a cui ricorre in cerca di lavoro per la sopravvivenza sua e dei suoi figli. In quel contesto acquista rilievo il sostegno del parroco, ma nonostante il suo affetto nessuna luce appare per la soluzione del cruciale problema della sopravvivenza. Nel 1876 l’unica alternativa è partire, direzione sud America.

Un viaggio della speranza che dura quattro mesi e che si conclude con l’arrivo sui due lotti di 25 ettari ciascuno avuti in concessione nello Stato più meridionale del Brasile, il Rio Grande do Sul.  Il terreno è in una posizione strategica, si trova infatti tra i punti obbligati di passaggio per quanti salgono o scendono dalle piste dei Campos de Cima da Serra. Anna intuisce le potenzialità che questo significa: non ha cultura scolastica, ma non le mancano senso pratico e spirito d’iniziativa: svolge il fondamentale ruolo di levatrice in una giovane comunità in via di formazione e, con l’aiuto dei figli, trasforma la sua casa colonica in osteria, spaccio di generi di prima necessità e locanda dove dare ospitalità e ristoro ai viandanti.
Il locale diviene un punto di riferimento per coloni, commercianti ed allevatori locali al punto da consolidarsi come locuzione di riferimento topografico. Tale nome, diventato Ana Rech per adattamento all’idioma locale, passerà agli atti notarili, ai rapporti dei funzionari governativi, alle carte geografiche arrivando ad identificare il nucleo abitato che lentamente si svilupperà nella zona.


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