Non
molti sanno cosa siano i Parchi Letterari, e pochissimi sanno che ne
esiste uno a Racalmuto, intitolato a Leonardo sciascia, “ Il Parco
letterario Regalpetra”.
Ma
di cosa stiamo parlando? che cos'è questo parco letterario? Ve lo
dico io: Il Parco letterario nasce da un'idea di Stanislao Nievo
( nipote di Ippolito Nievo) il quale è convinto che l'opera di ogni
autore non può essere considerata al di fuori del suo contesto
ambientale, ma è profondamente radicata nel territorio. Sia perchè
l'autore nasce e si forma in un dato ambiente, sia perchè ambienta
le sue opere in un dato luogo. In alcuni autori, più che in altri,
questi luoghi sono reali e riconoscibili, pertanto possono essere
valorizzati medianti itinerari e sfruttati turisticamente. In Sicilia
ci sono sette Parchi intitolati a : Pirandello, Tomasi di Lampedusa,
Quasimodo, Verga, D'Arrigo, Vittorini e Sciascia.
Le
opere di Sciascia sono colme di riferimenti a luoghi reali, la
Regalpetra di cui ci parla è un luogo geografico esistente, che
non è solo Racalmuto ma un territorio ben più vasto che arriva fino
alla provincia di Caltanissetta, che ha le stesse caratteristiche di
vari paesi dell'entroterra siciliano, accomunati dal silenzio del
paesaggio e dall'arsura. E' il mondo arido delle campagne, il mondo
delle miniere, anche questo caldo e soffocante, dove si muovono
minatori, con occhi asciutti che vedono nel buio, ed estraggono la
vita dalle vene della terra, vita e morte, ricchezza e sofferenza. Lo
zolfo è la rinascita per il paese ma anche la morte di tanti
minatori.
Il
Parco Regalpetra si estende tra Racalmuto e Caltanissetta, la sede
doveva essere la Fondazione e il Castello Chiaramontano, con i fondi
di una sovvenzione globale era stato acquistato un elegante e
studiato arredamento, funzionali espositori dovevano contenere
elementi del mondo minerario, che fine hanno fatto? Al castello si
doveva collocare una Biblioteca Tematica, incentrata sul territorio,
sul mondo minerario e contadino, sull'antropologia culturale e le
tradizioni popolari, sulle feste religiose... Alcuni libri erano già
arrivati, io stessa li avevo registrati e catalogati. Scopo
principale del Parco era quello di ricreare attraverso degli
itinerari turistici, quelle atmosfere che hanno impregnato il testo
letterario di Scascia. L'itinerario doveva essere una sorta di
viaggio sentimentale, attraverso le pagine della letteratura e
attraverso quei luoghi che diventano preziosi, perchè patrimonio
culturale da valorizzare e proteggere. Il viaggio sentimentale è una
rappresentazione fatta da attori o cantastorie, che recitano o
narrano quei brani ambientati negli stessi luoghi descritti
dall'autore. Ad esempio: riprodurre al Circolo Unione
quell'atmosfera degli anni '50, come è descritta tra le pagine delle
“Parrocchie”, e recitarvi brani attinenti, o recitare pezzi di
“Morte dell'Inquisittore”, nelle Grotte di Frà Diego ecc...
Infine
il Parco doveva essere uno strumento capace di mettere in moto un
percorso di crescita culturale, ed anche economica, perchè
avrebbe sviluppato una serie di attività collaterali. Avrebbe
portato alla conoscenza dei luoghi peculiari estranei ai circuiti
turistici di massa. L'itinerario turistico doveva snodarsi tra la
casa natale dello scrittore, il teatro, che tanto amava, il circolo,
le chiese, le grotte di Frà Diego, il viaggio in treno per
Caltanissetta, dove Sciascia trascorse la sua giovinezza e compì gli
studi, il mondo delle zolfare e delle saline, delle campagne, delle
masserie, dei borghi delle robbe, le feste religiose, da cui traggono
spunto le sue riflessioni antropologiche; insomma un percorso
attraverso Regalpetra. I prodotti del Parco dovevano essere
quelli tipici della natura, i manufatti della cucina tradizionale, i
prodotti artigianali, ciò avrebbe dato modo a molti operatori del
settore di lavorare. Perhè è tutto svanito nel nulla? Anche
se l'attività di questo Parco non si è mai sviluppata, per ragioni
che non sto qui ad indagare, ciò non toglie che i concetti, le idee,
gli obiettivi, siano ancora validi e realizzabili. I luoghi di
Regalpetra meritano di essere conservati attrezzati e resi fruibili,
è un modo per dimostrare che la cultura non è una roba sterile,
fatta di letture solitarie, ma è una cosa che può contribuire allo
sviluppo economico di questo paese. Una serie di progetti che ho
proposto ad illumunati e lungimiranti amministratori, ammuffiscono
nei miei cassetti.
Spero
che queste mie parole non cadano nel vuoto dell'oblio, e non vengano
considerate una mera esercitazione, ma siano lo spunto per
riflettere, progettare, proporre, e realizzare.
Iolanda
Salemi
...tutto nasce e poi svanisce senza un apparente motivo
RispondiEliminaC'è chi il Parco letterario lo fa così:
RispondiEliminahttp://archivioepensamenti.blogspot.it/2013/05/una-rosa-per-il-parco-quasimodo.html
Insista e vada avanti con "tenace concetto". L'iniziativa è di estremo valore culturale (ma non solo) per la nostra comunità. Sono certo che moltissimi altri la pensano (anzi, la pensiamo) come lei e, nelle nostre limitate possibilità, la sosteniamo e siamo fieri di farlo.
RispondiEliminaPREV.
Vero, che fine ha fatto il parco letterario?
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