lunedì 9 settembre 2013

Poesia: La Politica (Trilussa 1915) Introduzione Iolanda Salemi

Il poeta Trilussa
Introduzione di Iolanda Salemi
Dopo circa due anni e mezzo di letargo forzato, l' “homo politicus racalmutensis”, inizia a dare segni di risveglio.  Questo esemplare, maschio, si risveglia quando sente odore di elezioni; allora, entra in piena attività: cerca consensi, fa accordi, apparentamenti, e più si avvicina l'agognata meta più si dà da fare. Ognuno in cuor suo si sente convinto di poter essere il nuovo sindaco, mostra pubblicamente, di essere interessato al bene comune e disinteressato al proprio. Così inventa programmi, trova soluzioni a secolari problemi, fa promesse vane, nomina giunte in pectore, ma soprattutto DISCUTE! Si accapiglia con i cosiddetti avversari, difende le sue posizioni, afferma la sua IDEOLOGIA! Ma solo su un punto si trovano tutti daccordo: quando è ora di mangiare!!!

A tal proposito, in questi giorni sfogliando dei libri, mi è capitata tra le mani una poesia di Trilussa del 1915, che descriveva metaforicamente la politica del suo tempo, ma che sembra descrivere brillantemente la situazione politica attuale.
Ecco la poesia :

La politica

Ner modo de pensà c'è un gran divario:
mi' padre è democratico cristiano,
e, siccome è impiegato ar Vaticano,
tutte le sere recita er rosario;

de tre fratelli, Giggi ch'er più anziano
è socialista rivoluzzionario;
io invece so' monarchico, ar contrario
de Ludovico ch'è repubbricano.

Prima de cena liticamo spesso
pe' via de 'sti principî benedetti:
chi vò qua, chi vò là... Pare un congresso!

Famo l'ira de Dio! Ma appena mamma
ce dice che so' cotti li spaghetti
semo tutti d'accordo ner programma.


Trilussa 1915

1 commento:

  1. Carissima Iolanda Salemi,
    il richiamo che Lei fa dell'atteggiamento generale dei politici di di ogni fazione e/o colore politico mette in evidenza il degrado generale nei rapporti tra i componenti di una "Comunità" locale, regionale e nazionale. Chi ne piange le conseguenze siamo tutti noi che, malgrado tutto, tra questi "politici" non abbiamo la capacità (o non ce ne danno l'opportunità) di fare una distinzione tra chi può essere in qualche modo "affidabile" e chi è sfacciatamente imbroglione. Analogo mi pare il discorso relativo alla ricchezza "economica" della nostra nazione. Si fa riferimento al "pil", allo "spred" o ad altre parole non italiane per indicare che stiamo andando avanti molto bene, anche se c'è chi ogni giorno si trova a fare i conti con i pochi spiccioli che si trova in tasca.
    A tal proposito mi viene in mente una poesia dello stesso Trilussa, che Lei ha avuto modo, opportunamente, di citare, e che è intitolata LA STATISTICA:

    Sai ched'è la statisica? E' una cosa
    che serve pe' fa' li conti in generale
    de la gente che nasce, che sta male,
    che more, che va in carcere e che sposa.

    Ma pe' me la statistica curiosa
    è dove c'entra la percentuale,
    pe' via che, lì, la media è sempre eguale
    puro co' la persona bisognosa.

    Me spiego: da li conti che se fanno
    seconno le statistiche d'adesso
    risurta che te tocca un pollo all'anno:

    e , se nun entra nelle spese tue,
    t'enta ne la statistica lo stesso
    perchè c'è un altro che ne magna due.

    PREV. (u prevessuri, per gli amici)

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