lunedì 23 settembre 2013

Il vocabolario della politica. Giovani Racalmutesi prendete in mano il paese (di Iolanda Salemi)

La politica deve parlare il linguaggio della gente comune, basta con la retorica, con le frasi fatte, gli slogan..., il vocabolario deve essere quello delle mamme, dei giovani padri in difficoltà, delle ragazze e dei ragazzi, per farsi capire da tutte le fasce sociali. Non ci si deve nascondere dietro il paravento di un linguaggio astruso ed artificioso che serve a nascondere la mancanza di idee concrete e fattibili.

La politica deve fare un patto di lealtà con gli elettori, poche sono le cose che veramente interessano la vita delle persone e queste devono essere le priorità di chi si candida ad amministrare questo paese. Candidarsi in questo momento equivale al suicidio politico; tante sono le patate bollenti del Comune, prima fra tutte il problema dei precari, che fino ad ora sono stati considerati una palla al piede, ma che in realtà sono una risorsa, se sapientemente utilizzati. Avere una così consistente presenza di risorse umane, a costo zero, deve essere un punto di forza e non una debolezza. Purtroppo il pregiudizio e la pessima immagine che si è voluta veicolare all'esterno, di questa categoria, ha fatto in modo che fossero considerati lavoratori di serie B.

Un bilancio scarno, un Comune sull'orlo del dissesto, le tasse comunali alle stelle, la mancanza di servizi essenziali, etc..., sembra uno scenario apocalittico! C'è tanto da lavorare, bisogna rimboccarsi le maniche, con dedizione e sacrificio, non tutto è perduto, non bisogna mai perdere la speranza.

C'è un detto tipicamente racalmutese, che esprime tutta la rassegnazione del cittadino: “mmah! Ccà siemmu e unni eramu siemmu e unni siemmu ristammu!!!” questo cristallizza la sua vita in un assoluto immobilismo, traspare una rassegnazione ed un pessimismo che supera il pessimismo cosmico leopardiano.

Da questa sede virtuale, vorrei lanciare un appello ai giovani racalmutesi: prendete in mano questo paese e rivoluzionatelo, non lasciatelo nelle mani dei vecchi, la gerontocrazia, ad ogni livello, ci sta rovinando. Nessuno vi inviterà ad entrare, ma voi irrompete con la forza delle idee nuove. Dietro ad ogni fase di progresso c'è un'idea considerata pazza, ma che poi si rivela provvidenziale. Dimostrate che è finito il tempo delle eminenze grigie, di quelli che si muovono dietro le quinte, che ordiscono trame, che usano mezzi obsoleti il “do ut des”non è più di moda, affermiamo lo stato di diritto: “Io ho perché mi spetta”.

Iolanda Salemi

3 commenti:

  1. Gentilissima Professoressa Iolanda Salemi,
    La Sua presenza attiva e propositiva nel nostro paese è encomiabile e a tutti nota.
    Assai stimolante è oggi l'appello che rivolge ai giovani Racalmutesi di "prendere in mano questo paese e rivoluzionarlo"
    Giustissimo!!!
    Forse bisogna fare qualche piccola premessa a questi nostri giovani:
    1) - Avere un senso profondo di umiltà; ammettiamo che i giovani del nostro paese siano mille: ci saranno mille posizioni diverse, come avviene oggi nei partiti. E' giusto che le idee di partenza siano tante, ma è necessario non rimanere rigidi nelle proprie idee, ma confrontarle, modificarle, adeguarle, riformularle e, infine, incanalarle in progetti che siano realizzabili e utili per la comunità.
    2) - La critica sterile produce il nulla.
    3) - E' giustissimo affermare "lo stato di diritto": "Io ho perchè mi spetta".
    4) - E' ancor più giusto affermare "lo stato di dovere" "Io do perchè a me spetta"; io do la mia disponibilità, le mie idee, il mio impegno a una comunità che sento il dovere di fare crescere e progredire.
    PREV. ("u prevessuri" per gli amici)

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  2. Quante contraddizioni!

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    1. Ci piacerebbe sapere quali sono queste contraddizioni

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