giovedì 7 febbraio 2013

Racalmuto. Storia di due fogne che s'incontrano

Foto del 14/12/2012.
 Il buco c'è ancora
di Carmelo Mulè

Era ancora estate e nel vicolo Rapisardi un tratto di fognatura, rimasta incompiuta, si otturò.
L'ammattonato fu il primo a cadere sotto il piccone; divelto e frantumato per bene; Gli uffici comunali impotenti, al cospetto di tre metri di fognatura, sembra che abbiano abbandonato il campo e l'arsenella comincia a rilasciare il suo prodotto, presumibilmente, sotto i corpi di fabbrica.
Come per simpatica reazione, sprofonda la cloaca di via Antonio Gramsci, un bel bucone grande che mette in luce la bellissima arcata di tipo romanico dentro la quale scorre felicemente un bel ruscello d'acqua, quella che poi ci arriva in bolletta.

L'occasione è buona per mettere alla luce il congiungimento dell'arsenella del vicolo con la fogna principale, ma ciò non accade, tutto resta immobile, a parte un intervento della società del gas.
Di chi sarà mai la competenza e di chi l'omissione?
Girgenti acque, mi dicono: unica e sola responsabile delle fogne di Racalmuto. Nessuno può farci niente!
E' veramente una storia d'altri tempi, non di quelli passati, ma di quelli a venire. La storia di due fogne, nel centro storico, una otturata che scarica sotto le case e l'altra a cielo aperto nel bel mezzo di un decina di attività commerciali. Eppure nessuno può farci niente: non può fare niente il comune, nemmeno l'esecuzione in danno e d'urgenza; non fa niente Girgenti acque,società concessionaria, non può far niente l'ufficio sanitario perché a esso spetta la segnalazione e non può certamente dare esecuzione alle opere, insomma non si può assolutamente riparare questa vergogna.
Allora che fare?A partire da me che li ci abito e sento, con la minuscola poggia, il gorgoglio dell'acqua che sale dentro la tazza del cesso?
Che fare se qualche vetusta fondamenta ammorbidita a dovere si lascia andare?
Che fare se una bella infezione tifoidea si presenta da un momento all'altro approfittando di qualche bella giornata di sole?
Io, intanto mi tengo pronto con tutto l'occorrente, nel caso dovesse piovere più forte, con stracci e bacinelle e se non dovesse bastare, con un bel piccone. 

4 commenti:

  1. commenti su facebookgiovedì, 07 febbraio, 2013

    Angelo M.
    La cosa che urge in questo periodo è la Piazza Umberto ,la fogna puo aspettare ,anche se ci sono negozi che necessitano la massima Igiene...

    Giuseppe C.
    Tanto anche se i liquami vanno ad infiltrarsi sotto le fondamenta degli edifici ..., a chi può importare ......?? L'importante è PAGARE CARAMENTE i servizi NON RESI ..... alle aziende gestori .....dei servizi idrici/fognari ..., se poi le fatiscende condotte idriche ..., passino dentro e/o attraversino le fogne ......, a chi importa ...??

    Angelo C.
    il dramma odierno è che non comanda più nessuno. Noi Italiani, tutti presi dall'angoscia che il comando si tramuti in arbitrio, abbiamo creato un sistema di deresponsabilizzazione e di carenza di autorità che porta all'immobilismo attuale. Analogamente è avvenuto con i burocrati regionali: nel timore che possano abusare del loro potere decisionale vengono esautorati dalle autonome decisioni; rimane loro solo la possibilità di vietare, di impedire, di bloccare chiunque voglia rendersi attivo.

    Salvatore
    un paese che ormai e distrutto , tutti parliamo e nessuno ci ascolta , una volta mi vantavo di essere racalmutese ora !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

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  2. Gli amici di Nanàgiovedì, 07 febbraio, 2013

    “Sì, ci credo. Nella ragione, nella libertà e nella giustizia che sono, insieme, ragione (ma guai a separarle). Credo si possa realizzare, anche se non perfettamente, un mondo di libertà e di giustizia. Ma la storia siciliana è tutta una storia di sconfitte: sconfitte della ragione, sconfitte degli uomini ragionevoli. Anche la mia storia è una storia di sconfitte. O, più dimessamente, di delusioni. Da ciò lo scetticismo: che non è, in effetti, , l’accettazione della sconfitta, ma il margine di sicurezza, di elasticità, per cui la sconfitta – già prevista, già ‘ragionata’ – non diventa definitiva e mortale. Lo scetticismo è salutare. È il migliore antidoto per il fanatismo. Impedisce cioè di assumere idee, credenze e speranze con quella certezza che finisce con l’uccidere l’altrui libertà e la nostra”.
    L. Sciascoa in la Sicilia come metafora

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  3. ...e che dire dell'acqua potabile che quotidianamente si riversa nel nuovo canale di raccolta delle acque tra la via Garibaldi e la via F. Villa? Basta passare da lì a qualsiasi ora del giorno e della notte, d'estate o d'inverno, e si sente scorrere un fiume d'acqua (potabile). La girgenti acque non se ne accorge?

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  4. La rivolta dei coscritti
    Nel 1867 la sede del comune si trovava nell’edificio che fa angolo via Garibaldi-via Gramsci e precisamente angolo destro. In quell’anno con l’unità d’Italia venne esteso anche ai giovani siciliani, e perciò ai racalmutesi, la leva militare obbligatoria che allora durava 5 anni. La notizia giunse tra le famiglie locali come doppia disgrazia, una per non aver visto realizzate le promesse garibaldine di distribuzione delle ricchezze, due il vedersi tolte le braccia giovani per lavorare i campi e portare il pane a casa per i bambini ed i vecchi senza pensione. Giovani che vedevano la prospettiva di veder svanire la miglior parte della giovinezza tra i 20 e 25 anni per una patria unita, ma unita a che cosa ancora non si era capito. Chissà se ancora oggi c’è qualcuno chi se lo continua a chiede. Quando arrivarono le prime cartoline di arruolamento in paese si sollevò in sommossa popolare, fu circondato il municipio e dato alle fiamme, con l’obbiettivo di distruggere i registri dell’anagrafe. Il sindaco ed altri assessori che si trovavano all’interno riuscirono a mettersi in salvo scappando da una botola che li portò nella rete fognante e salirono sino ad uscire nella attuale via Matrona, nella casa dove c’era lo studio del Notaio Alaimo, dirimpetto ad allora municipio.
    “Tutta la storia è storia contemporanea” Benedetto Croce. Se così è, sarebbe prudente mettere in sicurezza quel tratto di fogna, quantomeno dal punto di vista sanitario e lasciando alla storia il suo corso. Sciascia credeva molto alle coincidenze ed alle incidenze. Una fogna che resta a cielo aperto per più di due mesi quanto è attribuibile alle coincidenze burocratiche e quanto alle incidenze per la centralità urbanistica che con il passare del tempo diventa sempre più emergenza.
    E si sa che l’emergenza, sia nella storia antica che in quella contemporanea, è stata sempre emergenza ed ad essa non si deroga.

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