martedì 19 febbraio 2013

RACALMUTO Il Grillo parlante e le Cavallette mute


di Ignazio Scimè

Queste elezioni politiche 2013  stanno ormai per passare e a Racalmuto sembra di stare in un freddo paese dell’Inghilterra, diversamente  civile, dove la campagna elettorale la si fa senza manifesti che sporcano i muri delle città e senza facsimili con nomi di candidati e programmi fastidiosi da vedere, non per i loro contenuti ma perché te li ritrovavi fastidiosamente da per tutto come la sabbia quando torni dal mare. Certo gli unici a perderci ora sono i tipografi in cambio si sarà salvato qualche bosco. 
Dove sono finite quelle primaverili ed agguerrite campagne elettorali, con quei comizi spettacolari a cui nessuno credeva nemmeno gli oratori, le nottate ad affiggere manifesti regolarmente abusivi, intere giornate a girare quartieri per distribuire facsimili, politici che come cavallette invadevano il mercato armati di volantini di ogni misura che davano a seconda del grado di alfabetizzazione stimato all'istante
Si racconta, anche se penso che sia solo una diceria montata ad arte per mettere in cattiva luce il politico, che un candidato stanziale nel fare il rituale giro per i quartieri nella zona “Priatorio” sia entrato a casa di due povere signore che avevano appena finito di cenare, è stato invitato a gradire qualcosa e  vedendo che sul tavolo c’erano le spoglie di due carciofi e il brodo residuo disse: che avrebbe gradito un carciofo; le povere signore s’imbarazzarono perché non ne avevano altre ed allora l’abile politico per toglierli dall'imbarazzo  ma principalmente per non perdere due voti, scansò le spoglie dei carciofi già rosicate dalle vecchie signore e bevve il brodo residuo. Volevo fare il nome dell’illustre politico  ma … 'l modo ancor m'offende.
Sono scomparse quelle frasi di circostanza:
chi fa n’ha ‘mpegni pi sti votazioni;
a quantu siti un votu pi mia c’ava nasciri;
nu n’amma scurdari di la amici;
nu ti la scurdari ca ti fici dru favuri; 
quannu dici tu ti puortu ni l’onorevuli ca ci iammu a parlari pi to figliu; 
duttu pi cu amma vutari sta vota nu mi ni duna la santuzza.

Sono scomparsi pure quegli attivissimi politici stanziali, che sino a un anno fa erano barricati dentro il comune come dei paladini di Francia ( latino palatinus, cioè "assegnato al palazzo") ed il capo condottiero, dall’armatura opaca e dal mantello rosso, ci diceva che non si dimettevano per difendere le loro idee e per passione civile. Il Barone Tulumello se la rideva sotto i suoi gran baffi e dall’alto del soffitto della sala consiliare e come dire: che non basta aver un gran baffo per essere un nobile barone e un gran condottiero dei paladini. 
Oggi non si vedono più, si sono forse auto interdetti dalla attività politica per prudenza, e scomparsa la loro politica fatta solo di prassi e abilità e capacità di gestire o di conquistare il consenso. Politica che non solo era senza idee e passione civile, che non ha portato nessun profitto concreto al paese anzi ha tolto per vent'anni pane e sogni ai figli di Racalmuto negandogli il diritto al futuro.
Sarà forse la Candelora che quest’anno li spazzerà fuori, sarà un Grillo parlante a spazzarli fuori e comunque meglio di tante fameliche cavallette pericolosamente mute.

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