Gianina Ciancio, M5S |
Il Ddl – cui hanno collaborato la professoressa Maria Pia Fiumara, docente di lettere e da anni impegnata in progetti di educazione alla legalità, Domenico Palermo, i dirigenti scolastici Alfredo Pappalardo eGiuseppe Di Stefano e vari attivisti del MoVimento 5 Stelle, tra cui Nunzia Catalfo e Giuseppe Scarcella – riempirebbe parte dei vuoti della quota oraria della dotazione scolastica riservata dalle leggi nazionali alle regioni e da queste, finora, largamente inutilizzata.
Le
mafie – si legge nell’introduzione del ddl – strangolano il tessuto sociale e
culturale del Paese e l’economia sottraendole ingenti risorse: esse sono in
grado, infatti, di muovere un fatturato che si aggira intorno ai 140 miliardi
di euro all’anno, con un utile che supera i 100 miliardi di euro netti e una
liquidità di circa 65 miliardi.
«La
scuola, pertanto – dichiara Maria
Pia Fiumara – deve essere in grado di attuare strategie utili a garantire tutte
le occasioni di crescita, riflessione, operatività regolare e quotidiana, in un
tema così delicato come l’educazione antimafia, che deve essere curriculare e
non affidato alle risorse e alle energie di pochi.»
Per
l’insegnamento della disciplina sono previsti specifici moduli didattici,
suddivisi in unità teoriche e di laboratorio, caratterizzati da itinerari di
carattere storico-sociale e artistico-culturale, atti ad illustrare i fenomeni
delle mafie, delle organizzazioni criminali, dei poteri occulti e delle azioni
politiche e sociali di contrasto. Il ddl prevede l’insegnamento della nuova
materia per una durata non inferiore alla due ore settimanali.
«Il ddl – afferma Gianina Ciancio – prevede
la creazione di un fondo nel quale potranno confluire, oltre a finanziamenti
regionali, statali o donazioni volontarie, anche i proventi dei beni confiscati
alla mafia. È un modo di restituire alla società, sotto forma di educazione e
cultura, quanto dalle organizzazioni criminali le è stato sottratto».
(Movimento Cinque Stelle Sicilia)
(Movimento Cinque Stelle Sicilia)
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