domenica 3 giugno 2012

Il Venerdì Santo del Consiglio Comunale di Racalmuto


di Salvatore Sardo, PD

Lo scorso 30 Marzo il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha firmato il decreto di scioglimento  del Consiglio Comunale di Racalmuto ex art. 143 del D.lgs 267/2000 ed il 6 Aprile   (Venerdì Santo) veniva notificato, da parte del maresciallo dei carabinieri, a tutti i consiglieri comunali.
Per una coincidente fatalità il consiglio veniva “sacrificato” nelle stesse ore in cui Cristo saliva sulla croce!
Per carità, non voglio certo paragonare l’altissimo valore religioso ed ideale del sacrificio di Gesù Cristo, immolatosi per salvare l’umanità, allo scioglimento del consiglio comunale di Racalmuto, ma solo ricordare che per pura coincidenza i consiglieri comunali hanno avuto il loro Venerdì Santo di passione!
Certamente, lo scioglimento del consiglio non è stato un capriccio del capo dello Stato ma la conseguenza dell’indagine ispettiva che ha messo in evidenza “ collegamenti diretti ed indiretti tra componenti del consesso e la criminalità organizzata locale” e che “la permeabilità dell’ente ai condizionamenti esterni della criminalità organizzata arreca grave pregiudizio per gli interessi della collettività e determina lo svilimento e la perdita di credibilità dell’istituzione locale”.
Sarebbe stato opportuno, invece di marchiare l’intero consiglio comunale, individuare e perseguire, nei modi previsti dalla legge, coloro i quali , tra amministratori, consiglieri e burocrati si fossero resi responsabili delle illegalità riscontrate dalla commissione ispettiva.
Appare, inoltre, eccessivamente penalizzante la previsione legislativa di  sospendere per un periodo di 18 mesi, prorogabili per ulteriori 6 mesi, l’esercizio della democrazia e di affidare l’amministrazione del comune ad una commissione straordinaria  che ovviamente sconosce le problematiche locali.
Tuttavia nel prendere atto della situazione che si è venuta a determinare non possiamo assistere passivamente alle scelte amministrative che verranno assunte dalla commissione straordinaria in ordine alle questioni che ci riguardano direttamente.
La cittadinanza si estrinseca attraverso l’esercizio dei diritti e dei doveri per cui il “cittadino attivo” non si limita a vivere la propria esperienza sociale all’interno dei confini ristretti dell’ambito familiare  o della rete amicale ma volge lo sguardo e l’azione verso la comunità in cui vive facendosi carico delle problematiche collettive.  
Dobbiamo, quindi, raccogliere l’invito rivolto a tutti i racalmutesi dal Ministro dell’Interno Anna MariaCancellieri,  in occasione della sua venuta a Racalmuto, a costituire un “Comitato Cittadino” che affianchi la Commissione Straordinaria e avanzi proposte,  iniziative, idee per la soluzione dei tanti problemi che affliggono la nostra comunità.
Viviamo in tempi di crisi generale, in primo luogo di quella etico-morale. Basta ricordare alcuni casi emblematici: l’appropriazione indebita di 50 milioni di euro da parte del tesoriere della Margherita Lusi, le vacanze lussuose di Formigoni pagate dal faccendiere Daccò, il caso Lega Nord con il coinvolgimento personale del Senatur e  dei suoi figli, la vicenda  Penati, gli scandali dell’ex premier Berlusconi ecc.. per non parlare degli intrighi della curia romana che gettano un'ambra sinistra perfino sulla  “casa di Dio”con i corvi che svolazzano sulla cappella Sistina.  
Seguono la crisi economico-finanziaria che riguarda l’euro e coinvolge l’intero continente europeo, e quella politico-istituzionale dai risvolti imprevedibili.
E’ chiaro che la nostra situazione locale non può non risentire di questo contesto generale, anzi risulta  essere più critica data la debolezza storica della  struttura economico – sociale e la sua capacità reattiva.
Tutti i comparti sono in crisi: l’agricoltura è in ginocchio e non riesce ad assicurare un reddito adeguato agli addetti, l’edilizia è bloccata sia per mancanza di risorse economiche che di regole urbanistiche certe e di nuove imposte sulla casa, il settore minerario langue soprattutto per responsabilità dei governi della  Regione Siciliana, il piccolo commercio è stato sopraffatto dall’apertura dei grossi centri commerciali.
Il paese, inoltre, si è deperito anche demograficamente, passando da poco più di  10.000 abitanti dell’ultimo censimento  a circa 8.000 di quello in corso.
I giovani fuggono via e il paese si avvia ad essere abitato per la gran parte da anziani.
Che fare, allora?
Chi non ha perso ancora la speranza e non insegue facili populismi o soluzioni magiche od opportunistiche e improbabili carriere politiche e sente la responsabilità di contribuire a dare una mano al paese deve, senza boria o spocchia  ma con umiltà ed onestà intellettuale, confrontarsi sulle questioni del paese in modo da elaborare assieme ad altri una piattaforma programmatica da proporre, anche in un confronto pubblico, alla commissione straordinaria che in atto amministra il comune.
Sta tutto qui il senso della costituzione di un “Comitato Civico” aperto ai partiti, alle associazioni, al volontariato, ai giovani, alle donne, al mondo delle professioni, agli intellettuali, agli artigiani, agli imprenditori, agli agricoltori ecc… che dialoghi con la triade commissariale e le faccia da pungolo.  
Dobbiamo sempre avere in mente che il paese è nostro; esaurito il loro incarico i commissari se ne andranno e se in questo arco di tempo, per nostra ignavia, i problemi si aggraveranno saremo tutti noi a piangerne le conseguenze.

Salvatore Sardo 
Coordinatore  circolo Pd 
Racalmuto



1 commento:

  1. GENITORE SENZA BAFFI STALINIANI - INCAZZATOlunedì, 04 giugno, 2012

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