martedì 18 agosto 2009

Il sindaco capo di se stesso ... di Ignazio Marchese


Il populismo impèra! Forse qualcuno ne è ancora convinto e con salomonico fare si erge a giudice del fare e non fare, di questo o di quello, delle compagini di governo e di quelle delle opposizioni (eppure mi era sembrato che qualche tempo fa egli stesso avesse cercato di "confluire" nel MPA, compagine sicuramente di governo, senza peraltro riuscirci. Chissà per quale motivo!). Credo che per migliorare, anche se di poco, le sorti di una fetta della Sicilia, quella corrispondente al territorio racalmutese per capirci, basterebbe che il capo dell'Amministrazione Comunale spendesse il suo tempo a produrre qualcosa per i suoi concittadini invece di giudicare dall'alto del suo pseudo-giornalismo. Ho detto "Capo dell'Amministrazione Comunale", come dire Capo di se stesso in questo momento, visto che il nostro egregio Sindaco ha da poco deciso di azzerare per l'ennesima volta la compagine assessoriale (in poco più di due anni sono stati "licenziati" quindici assessori, compreso il sottoscritto naturalmente, ed un numero imprecisato di Dirigenti Comunali) tradendo, di fatto, la fiducia che i concittadini gli avevano concesso. La verità sta forse nel fatto che il nostro Sindaco si sente ormai isolato, sia politicamente che personalmente, dopo aver rappresentato la più grande delusione politico-amministrativa dell'ultimo ventennio. E cosa fare di meglio che affacciarsi ad un ipotetico balcone e cominciare ad elencare tutti i vari problemi della nostra società addossandoli talvolta all'uno o a qualcun altro, un pò come facevano (disdicevolmente) nei tempi passati alcune donne delle nostre parti che scostando la tendina della propria porta-finestra passavano le giornate a criticare il mondo esterno, senza che quel mondo esterno lo frequentassero, o almeno conoscessero, limitandosi a stare chiuse in casa. Isolati, appunto. L'invito, al signor Sindaco, non può che essere uno solo: lavorare, serenamente, per un miglioramento delle condizioni del nostro paese e dei nostri concittadini applicando quella politica del fare e non del dire che, almeno a parole, gli è tanto cara e che, sicuramente, è tanto cara a tutti noi racalmutesi. E se proprio non può fare a meno di occuparsi del resto della Sicilia , e magari dell'Italia intera, lo faccia con proposte serie piuttosto che con le solite critiche populiste e di facile "presa" anche queste, ahimè, a lui tanto care. Si conservi, signor Sindaco, i proclami per la sua prossima campagna elettorale regionale, nazionale o europea che sia: chissà, forse, nuovo giro nuova corsa!!!!!!!!!!!!!!!!!!
P.S. Un’ultima cosa, egregio Sindaco: non ci siamo mai vergognati e non ci vergogneremo mai di essere SICILIANI, nemmeno in una assurda provocazione.
Ignazio Marchese ex assessore comunale

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